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Pasqua con i tuoi

Pasqua con i tuoi, Natale con chi vorrà coronavir. Non c’è miglior rima che possa adattarsi ad un evento lontano nel tempo e, purtroppo, gravido, tuttora, di incognite. Speriamo di poter decidere noi, allora, liberamente con chi e come passarlo. Pensiamo, intanto, alla Pasqua e gustiamoci gli auguri domestici. “Son dolci/fantastici/son belli/ con usi novelli/il cor/a rinfrancar.

M’affaccio alla finestra del “NOCI gazzettino”, mi inondano il colore del bel vento paesano di una sera d’aprile e dei tanti pensieri, dei respiri, dell’amore puro e di sospiri che – li sento – s’innalzano e riempiono menti, cuori, anime. Un arcobaleno fascia di luce e colori che tutti abbraccia, veste la nostra Festa, la riempie di parole mai così tanto imploranti. Ascendano, con Gesù e discenda sulle famiglie-insieme, la misericordia e l’armistizio definitivo con la pandemia. Il cielo si apra al nuovo domani.

Speranza, tu che vieni da lontano, chiudi le recenti ferite, annuncia che l'amore è tornato. E festa sarà con tutti, per tutti. Auguri, così: tra le mura di casa, nel vento che, solo, rumoreggia per le strade e s'infila dovunque portando odori di fiori di campo, di ragù, di fritti, dolci e cioccolato. Nell'uovo telematico? Pace e salute reali per tutti.

 

Nicola Simonetti

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